C’è una domanda che tutti i consumatori e gli appassionati di cannabis si sono posti almeno una volta nella vita: quanto tempo rimane il THC nel sangue e nelle urine? Questo perché, essendo una sostanza illegale, se rintracciata attraverso appositi esami, può mettere nei guai chiunque. Meglio quindi sapere come comportarsi e come affrontare questo problema.
Cos’è il THC?
Innanzitutto, però, cos’è esattamente il THC? Il delta-9-tetraidrocannabinolo, comunemente detto tetraidrocannabinolo (THC), è la sostanza psicoattiva più forte presente nella cannabis e nei suoi derivati, è il responsabile degli effetti euforizzanti e psicotropi causati proprio dall’assunzione della marijuana comune. Serve dunque particolare attenzione da parte dei consumatori, che non solo devono essere consapevoli degli effetti del tetraidrocannabinolo, ma anche di come questo possa essere rintracciato nell’organismo e di quanto tempo occorre per smaltirlo.
Come viene rilevato il THC?
Il THC viene rilevato attraverso diverse varianti di test antidroga, che vanno da un semplice prelievo del sangue, con successiva analisi mirata, all’indagine su campioni di capello, dal comune esame delle urine al test rapido acquistabile anche in farmacia.
Tutte queste tipologie di esami sono in grado di rilevare anche tracce minime di THC e la stessa cosa può fare un semplice test domestico acquistabile in farmacia, che si rivela uno strumento ideale per chi ha bisogno di monitorare in modo costante e facile, con massima privacy, la presenza del principio attivo nel proprio organismo.
Insomma, se siete consumatori di marijuana e per qualunque motivo dovete prestare attenzione a non risultare positivi, meglio provvedere con un sistema fai da te preventivo, così da evitare danni maggiori.
Quanto tempo resta il THC nel sangue e nelle urine
Il periodo di permanenza della sostanza dell’organismo varia in base a tantissimi fattori (percentuale di grasso corporeo, peso dell’individuo, abitudine o meno all’assunzione, quantità di cannabis consumata nei giorni precedenti ecc.), ma il suo rilevamento varia anche in base al tipo di consumo (per inalazione, oppure per ingestione ecc.) e al tipo test effettuato.
Di per sé, il tempo di permanenza medio di tetraidrocannabinolo nel sangue varia da 4 a 12 ore dopo il consumo di cannabis, ma può essere rilevato ben oltre questa soglia.
Uno studio piuttosto recente stima la possibilità di tracciare il THC nel sangue – mediamente – sino a 3 giorni dall’assunzione di cannabis mediante il consumo di uno spinello: che ne fruisce occasionalmente, però, vede ampliarsi questo lasso di tempo fino a 7 giorni dall’assunzione, mentre nei consumatori abituali o cronici si rileva THC nel sangue anche 30 giorni dopo aver fumato.
Simile le finestre di rilevamento del test delle urine, che spaziano da 3 a 30 giorni dopo il consumo di cannabis. Molto più persistenti sono le tracce di THC lasciate nei capelli: per questo motivo un apposito test può rilevare tracce di tetraidrocannabinolo in un campione tricologico sino a 90 giorni dall’assunzione.
Insomma, è difficile rispondere con certezza alla fatidica domanda ma, considerate le variabili in gioco, forse vale la pena soffermarsi sui trucchi per smaltire più rapidamente il THC e dunque evitare che – anche dopo periodi medio-lunghi – sia ancora presente nell’organismo, causando problemi legali ai consumatori.
Consigli per smaltire prima il THC
Ottenere un test antidroga negativo, se si è consumatori di cannabis e derivati, può essere più semplice si si segue qualche buona pratica quotidiana.
Tra queste, le più comuni sono: mantenere una idratazione ottimale, bevendo molta acqua – in particolar modo dopo l’assunzione di THC – così da diluire la concentrazione delle urine; assumere zinco, che contribuisce ad accelerare lo smaltimento del principio attivo da parte del corpo, così come fa l’assunzione di bevande disintossicanti.
Seguire uno stile di vita attivo e alimentarsi al meglio sono altri di consigli utili: chi pratica sport, per via della minore massa grassa e del metabolismo più veloce, tende a smaltire prima il tetraidrocannabinolo, come chi segue una dieta ricca di fibre e vitamine.
La svolta in questo senso, però, potrebbe arrivare dal consumo di cannabis light, capace di rilassare il corpo e la mente, di portare benefici a tutto l’organismo, grazie al potenziale del CBD che contiene in grandi quantità, fortunatamente priva di THC e perciò completamente legale.