Lo spirito un po’ più libertario di questi ultimi anni, unito alla discussione pubblica sulla cannabis e i suoi derivati, portano spesso a domande equivoche sugli utilizzi della canapa. Tra queste, sicuramente, quella sull’opportunità o meno di assumere marijuana in gravidanza. Se le proprietà curative e lenitive della pianta sono ormai note, va specificato che sarebbe opportuno non farne uso in gravidanza né durante l’allattamento.
Rischi e conseguenze dell’assunzione di marijuana in gravidanza
Purtroppo, c’è la tendenza a sottovalutare i rischi e le conseguenze dell’assunzione di marijuana durante la gravidanza (così come spesso capita con l’alcol).
Sia l’uso ricreativo sia quello terapeutico, a meno che non venga supervisionato da un medico esperto, andrebbero sospesi in gestazione: a riconoscerlo sono innanzitutto i pediatri statunitensi che, pur riconoscendo i pochi dati a disposizione, invita a considerare le conseguenze che il principio attivo della cannabis (il THC) possono avere sullo sviluppo del bambino, a breve ma anche a lungo termine.
Un sondaggio di Fondazione Umberto Veronesi, invece, evidenzia che in Italia il 5% delle donne in gravidanza consuma marijuana almeno nei primi mesi di gestazione, percentuale che aumenta all’8,5% quando l’età delle future madri è compresa tra 18 e 25 anni.
In questi casi, i nascituri rischiamo di subire danni al sistema nervoso e di avere uno sviluppo neuronale anomalo, di risultare sottopeso e anche di soffrire di ritardo mentale o intellettivo.
Insomma, in attesa che ricerche ancor più precise ed evolute verifichino ulteriormente gli effetti del THC sul feto, i rischi sono tali da sconsigliare alle future madri il consumo di marijuana mentre sono in dolce attesa.
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Utilizzo della marijuana in allattamento
Discorso simile per la fase di allattamento, in cui l’utilizzo di cannabis è sempre da evitare, poiché il latte materno trasmette al bambino tutte le sostanze, nutritive e non, che la madre assume.
Anche in questo caso, mentre le ricerche avanzano e in attesa di analisi ancora più chiare e definitive, proteggere la salute degli infanti resta l’obiettivo primario e irrinunciabile.
Gli altri derivati: olio CBD e cosmetici alla canapa in gravidanza
Discorso a parte, invece, per l’olio CBD e gli altri prodotti derivati dalla canapa, come i cosmetici. Anche in questo caso, il mondo mainstream e le celebrities sembrano averne sdoganato l’uso in gravidanza e in allattamento, mentre i medici sono sempre molto cauti.
In generale, il consiglio è quello di ridurre al minimo o di azzerarne il consumo: l’American Academy of Pediatrics rammenta la mancanza di studi approfonditi e dunque un rischio latente anche nell’assunzione di CBD attraverso olio o prodotti affini.
Se per la marijuana la raccomandazione è quella di astenersi completamente dal consumo, per gli alimenti alla canapa o cosmetici con CBD, si suggerisce un uso estremamente moderato. Insomma, anche la marijuana legale, in gravidanza e durante l’allattamento, andrebbe messa da parte: di tempo per recuperare le vecchie abitudini ce ne sarà comunque, una volta superati i primi mesi di vita del bambino!
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