Chi consuma cannabis abitualmente, soprattutto se con predilezione per le qualità più raffinate e le metodologie più innovative per gustarsi le infiorescenze di marijuana al massimo della loro espressione, già conosce da un po’ i moonrock.
Per tutti gli altri, appassionati ma meno attenti alle ultime novità di settore, può essere utile approfondire l’argomento, scoprire di cosa si tratta e, magari… provare in prima persona quella che sembra essere una vera rivelazione per gli amanti del genere.
Cosa sono i moonrock
I moonrock sono infiorescenze femminili di cannabis essiccata, su cui compaiono pepite al tatto piuttosto solide, ricoperte di resina di cannabis, capaci di garantire tutti i benefici della marijuana comune, ma decisamente più intensi.
Ecco dunque spiegato il soprannome, che letteralmente si traduce con “pietre lunari”, poiché visivamente le pepite richiamano proprio le rocce del satellite terrestre, ma anche perché i consumatori che ne fanno uso finiscono, metaforicamente, sulla Luna.
Aspetto tondeggiante, superficie irregolare al tatto, dal colore verde terroso, con nome evocativo: i moonrock sono derivati dalla cannabis capaci di stupire qualsiasi consumatore, grazie alla loro composizione di pregio (che unisce all’infiorescenza originaria una spolverata di kief, ovvero il polline di marijuana) e agli effetti strabilianti che garantisce, grazie – nella versione legale – alle altissime concentrazioni di CBD.
Nella versione illegale, causa THC alle stelle, lo sballo è assicurato, mentre nella modalità light emergono le proprietà terapeutiche, ideali per il trattamento del dolore cronico e come rilassante.
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Come si produce il moonrock
Questi risultati stupefacenti sono il frutto di una ricetta particolare, risultato finale di un metodo di produzione che prevede l’impiego di pochi, semplici e selezionati elementi.
Innanzitutto servono infiorescenze essiccate di primissima qualità, del buon kief e olio di hashish puro opportunamente filtrato.
Date queste materie fondamentali, per organizzare la fase produttiva vera e propria sono sufficienti pinzette, un pennello e contagocce: con quest’ultimo è possibile dosare l’olio in cui vengono intrise le infiorescenze stesse, mentre il pennello serve ad applicare olio e kief sulla superficie vegetale.
Quali sono gli effetti del moonrock
Ma quali sono, quindi, gli effetti del moonrock sul corpo umano?
L’impatto sull’organismo e sullo stato psico-fisico dei consumatori è notevole: l’azione è prolungata e potente, provoca un rilassamento totale e una piacevolissima sensazione di fluttuante leggerezza, che arriva non solo a favorire il sonno e il riposo, ma anche a cancellare ansie e tensioni.
Insomma, “l’esperienza moonrock” è in grado di azzerare le situazioni di malessere derivate da dolori, infiammazioni e stanchezza eccessiva, rigenerando chi ne fa uso, non prima di un viaggio verso il cielo di diverse ore.
Come si fumano i moonrock
In ultima istanza può valer la pena capire come consumare i moonrock, generalmente fumandoli. Pipe e bong sono le soluzioni preferite, poiché aiutano a dilatare gli effetti nel tempo ed evitano un impatto troppo forte, favorendo invece l’assunzione in piccole quantità. In questo modo si ottiene il risultato migliore possibile, riducendo anche gli sprechi, grazie ai bracieri a cono.
Altamente sconsigliata, per i motivi opposti, la miscela con il tabacco per la realizzazione dei comuni joint, che non permette alla materia vegetale di sprigionare il consueto aroma intenso e rende l’esperienza decisamente più insipida.
Una nota da ricordare: a differenza delle normali infiorescenze essiccate, i moonrock non vanno tritati o sminuzzati con un grinder o un trincia erba, poiché si rischia di renderlo inservibile, trasformandolo in un impasto appiccicoso. Piccole forbici o un abile lavoro manuale vanno decisamente meglio. Il resto sarà puro piacere e relax.