20 Dicembre 2021

Come, quando e perché la marijuana è illegale

Sembra incredibile, ma la cannabis non è sempre stata illegale e, anche se oggi sempre più persone si chiedono il perché dei molti divieti alla marijuana, all’inizio del secolo scorso la percezione comune viaggiava in tutt’altra direzione. La storia di come la marijuana è stata prima vietata e poi criminalizzata è particolarmente lunga e interessante. Vediamone i punti salienti.

Il proibizionismo e la marijuana, una storia americana

I primi strali contro la cannabis e i suoi derivati risalgono addirittura agli inizi del ‘900, ma è negli Stati Uniti del Proibizionismo che il movimento contro la marijuana prese piede o, per meglio dire, fu costruito a tavolino.

Quando nel 1929 Harry Anslinger fu posto a capo del Dipartimento del Proibizionismo di Washington, mise nel suo mirino inizialmente il traffico illegale di alcol, che era gestito clandestinamente dai gangster, e costituiva una vera piaga sociale nell’America della Grande Depressione, e poi la marijuana.

Ripristinata infatti la legalità degli alcolici e avendo tolto alla criminalità organizzata il monopolio del loro traffico, alla fine del 1933, c’era bisogno di un altro grande spauracchio, un nemico comune contro cui scagliarsi.

Anslinger, che da qualche anno era commissario della sezione narcotici dell’FBI, individuò nella marijuana il bersaglio perfetto. Ecco dunque che qualcosa che sino a pochi mesi prima era scarsamente considerata e poco conosciuta, divenne oggetto di una vera e propria campagna di disinformazione, che taccia la cannabis di indurre una “rabbia delirante”, “sogni erotici”, “follia”. Insomma, la marijuana viene additata come “bestia selvaggia” e Anslinger divenne il suo più feroce oppositore, attribuendo a essa la colpa di alcuni efferati omicidi, supportato da pochi medici proibizionisti e dalla stampa sensazionalista.

Il clima di panico portò alla messa al bando negli Stati Uniti e pressioni politiche portarono altri paesi limitrofi, come il Messico, a fare lo stesso, senza prove scientifiche a supporto delle tesi allarmiste.

L’onda proibizionista negli USA ha avuto il suo picco tra gli anni ’30 e gli anni ’50 dello scorso secolo e solo a fine ‘900 si è tornato a parlare di liberalizzazione, con i 50 Stati che hanno seguito e stanno seguendo politiche differenti. Tra quelli più liberal c’è senza dubbio la California, antesignana della depenalizzazione sia per il consumo terapeutico sia per quello ricreativo, mentre altre 31 regioni hanno liberalizzato l’uso medico.

Perché la marijuana è illegale in Italia?

E in Italia, quando si è arrivati a inserire la marijuana tra le sostanze illegali? Da sempre conservatori quanto all’uso di sostanze ricreative, i governi italiani si sono allineati alla Convenzione internazionale unica sugli stupefacenti, approvata nel 1961, che determinò la messa al bando della cannabis, associandola alle altre sostanze stupefacenti. Unica eccezione possibile: l’uso medico scientifico.

Il documento, che vide l’Italia tra i firmatari, non fa distinzione tra canapa light e canapa con THC elevati, relegando entrambe al rango di droghe nocive e dunque vietate.

Solo nel 2016 l’Italia ha ripreso a muovere passi concreti verso la depenalizzazione e la legalizzazione quanto meno della marijuana light, quella priva di qualunque effetto psicotropo. La legge 242 di quell’anno, entrata in vigore il primo gennaio 2017, stabilisce che è possibile coltivare, lavorare e vendere cannabis legale e sui derivati (dall’hashish CBD all’olio CBD, dagli altri alimenti ai cosmetici) purché con THC a norma, ovvero tra lo 0,2% e lo 0,5%.

Resta illegale la vendita e la diffusione dell’erba con THC più elevato, nonché la coltivazione di medie e grandi dimensioni delle varietà non regolamentate.

Scopri di più sulla legge 242/2016.

 

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E negli altri paesi, la canapa è illegale?

Ancora oggi, nel mondo, la marijuana gode di una ingiustificata cattiva fama, che spinge molti governi a non cominciare nemmeno il percorso verso la depenalizzazione, totale o almeno parziale, del suo utilizzo.

Solo 13 paesi hanno dato il via libera all’assunzione terapeutica della cannabis: tra questi l’Italia, la Gran Bretagna, l’Australia, il Canada, la Germania e i Paesi Bassi, oltre ai già citati Stati Uniti. Insomma, per gli appassionati delle proprietà della canapa, difficile immaginare di girare il mondo per provare le differenti coltivazioni.

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